Il “post” Centro Estivo

Il centro estivo è ormai terminato da un mese. La scuola  è entrata a pieno regime e tutto sembra essere solo un ricordo.
Sembra…
In realtà i due mesi che i nostri bambini hanno trascorso insieme, hanno costituito un momento di grande aggregazione e l’aggregazione ha creato forti relazioni. Le relazioni a loro volta sono importanti radici del benessere psicofisico: rinforzano l’autostima, incoraggiano l’apprendimento, stimolano la partecipazione.
Il potere delle relazioni è anche quello di restare ‘dentro’ come risultato di preziose esperienze di condivisione in cui ci si è messi in gioco con e per gli altri. Quando ci si sperimenta, poi, in un contesto in cui  si è supportati e sostenuti si ha più coraggio e voglia di mettersi alla prova. Tutto questo processo è il carburante di una trasformazione interiore che si manifesta in modalità comportamentali concrete e visibili soprattutto nei bambini che hanno un’immediatezza nell’esporsi priva di filtri e di sovrastrutture frenanti.
 Noi, fondatrici dell’associazione ‘A PARI PASSO’ e promotrici del progetto ‘centro estivo inclusivo’, abbiamo la fortuna di poter verificare quotidianamente quanto detto sopra perché lavoriamo nella scuola dove vi sono la maggior parte dei bambini che hanno frequentato il centro estivo durante l’estate.
 È molto emozionante camminare per i corridoi e osservare bambini, prima tra loro sconosciuti, salutarsi con grande slancio e quasi commozione nell’essersi rivisti seppur per un breve momento.
È molto emozionante anche sentirsi continuamente richiamate da loro mentre si sbracciano per salutarci quando passiamo  davanti ad un’aula, a mensa, nel giardino e persino in mezzo alla strada.
Ma ciò che sicuramente ci sta dando maggiore soddisfazione è vedere bambini con disabilità e bambini che precedentemente avevano delle problematiche a livello di socializzazione, aver interiorizzato il lavoro fatto all’interno del centro estivo.
 Lo scopo del nostro progetto era infatti ‘l’inclusione’. Quell’inclusione che genera giá di per sé benessere: respirare aria di normalità stimola le potenzialità e permette di lavorare sulle difficoltà. Il confronto con i pari in un clima solidale e non ostile, con la mediazione dell’adulto e attraverso la preziosa risorsa del ‘gioco’, ha dei poteri riabilitativi notevoli. Gran parte delle attività pensate e proposte nelle giornate di centro estivo, erano attività che ognuno di loro poteva fare, se pur con i propri tempi. La nostra magica invenzione  di creare ogni settimana delle squadre contrapposte, che in apparenza poteva sembrare mera competizione, ha costituito  uno strumento per accrescere la cooperazione e quindi l’inclusione. Attraverso il gioco di squadra si può raggiungere un obiettivo comune. Nessuno doveva restare fuori, pena la perdita di punti per la squadra. Tutti erano chiamati a partecipare: piccoli, grandi, capaci e non capaci.
CI SI AIUTA, questo era il messaggio che cercavamo di trasmettere ogni giorno e non ci si lamenta perché qualcuno non è capace, qualcuno è troppo piccolo d’età, qualcuno è piu lento, qualcuno è piú distratto.
Questo stare ‘insieme’ con un piccolo fine comune ha spianato la strada verso l’accettazione di chi non è propriamente perfetto, di chi non è altamente performante, di chi è emotivamente più fragile.
I bambini vanno educati all’accettazione, alla cooperazione, alla condivisione, al rispetto reciproco.
Vanno educati alla ‘relazione’ che è poi l’insieme di tutti questi fattori.
Questo é il senso del progetto che avevamo in mente e che abbiamo visto materializzarsi giorno dopo giorno.
Con gli strumenti giusti e gli obiettivi adeguati si può arrivare ovunque.
Ci sembrava giusto dare una restituzione di quanto realizzato.
 
A presto!

Silvia Grossi